Quando eseguire la prima visita oculistica

 

Sappiamo che la visione di un bambino appena nato è molto grossolana. La buona capacità visiva dell’adulto è infatti frutto di una elaborazione cerebrale che il cervello esegue sulla base delle informazioni che riceve dagli occhi.

 

Questa capacità di elaborazione delle immagini tuttavia non è innata, la si apprende nei primi mesi di vita, ma tutto questo richiede un corretto uso della vista. Se per un qualunque motivo uno dei due occhi non viene utilizzato, non si formano le connessioni necessarie a permettere questo processo di maturazione del sistema nervoso.

 

Tutto questo fa parte di quelle capacità cerebrali elevate, come il linguaggio, che si possono sviluppare solo nel periodo di plasticità del sistema nervoso centrale, quindi quando il bambino è molto piccolo.

 

Da qui si comprende la necessità di garantire un corretto uso di entrambi gli occhi fin dalle prime fasi di vita. Un banale astigmatismo in un solo occhio può indurre il bambino a non utilizzarlo e quindi questo non consente un normale sviluppo della visone.

 

Da notare che in questi casi il comportamento è del tutto normale e nessun genitore attento si rende conto della situazione.

 

Se ci si accorge precocemente è possibile intervenire, soprattutto con una adeguata correzione ottica ed eventualmente con l’occlusione, per qualche ora al giorno, dell’occhio sano, in modo da costringere l’uso dell’altro e recuperare uno sviluppo che non si è potuto formare.

 

Da qui la necessità di sottoporre ad un vista oculistica tutti i bambini attorno ai 3-4 anni di età. Si tratta di un periodo in cui si riesce ad ottenere una sufficiente collaborazione e si è ancora in tempo per intervenire.

Eseguire la prima visita in età scolare spesso consente solo di prendere atto di una situazione ormai consolidata, con scarse possibilità di recupero.