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L'ottica è stata presentata agli oculisti nel modo più adatto ad essere utilizzato per la dimostrazione delle formule di ottica geometrica.
Vale a dire che si è ipotizzato che la luce si propaghi sotto forma di raggi rettilinei, divergenti da una fonte luminosa o paralleli quando questa fonte è situata ad una distanza molto lontana.
Tutto questo andava bene per l'attività di un oculista dei tempi passati, impegnato solo a prescrivere lenti correttive e che quindi poteva accontentarsi di qualche rudimento di ottica geometrica e di trascurare fenomeni come la diffrazione o l'aberrazione sferica.
La chirurgia refrattiva, l'impianto di lenti asferiche e multifocali o l'aberrometria hanno cambiato lo scenario e hanno trovato per lo più oculisti impreparati ad affrontare le nuove esigenza che oggi la professione richiederebbe.
L'interpretazione della propagazione della luce secondo raggi rettilinei coincide in effetti con la teoria corpuscolare, formalizzata da Newton ed in voga fino al 1800, per poi essere soppiantata dalla teoria ondulatoria, prima ipotizzata, poi dimostrata dagli esperimenti di Fresnel e Young.
Secondo questa teoria la luce è formata da onde elettromagnetiche, che si propagano nello spazio secondo le leggi del moto ondulatorio, determinando fenomeni, come la diffrazione, che non possono essere spiegati ammettendo che la luce si propaghi attraverso raggi rettilinei.

 

Se chiediamo ad un oculista cosa succede nel momento in cui accendiamo un punto luminoso nello spazio, questi ci risponderà che, al momento dell'accensione, da quel punto si dipartono dei raggi luminosi che si dirigono divergenti in tutte le direzioni. Affermazione ineccepibile, propria di chi ha studiato l'ottica nel modo tradizionale ed è abituato a considerare la propagazione della luce sotto forma di raggi rettilinei.
Se ponessimo la stessa domanda ad un fisico avremmo una risposta molto dfferente.
Costui ci risponderebbe che, al momento dell'accensione, nel punto luminoso si genera una sfera di radiazioni elettromagnetiche che si espande nello spazio alla velocità della luce. Dopo un tremilionesimo di secondo la sfera avrà raggiunto il raggio di un metro e la sfera di un metro di raggio rappresenta il fonte d'onda originato dal punto luminoso in questione, dopo questo intervallo di tempo.
Insomma il fisico ragiona in termini di fronte d'onda mentre i raggi luminosi sono una entità astratta, rappresentata da linee rette perpendicolari al fronte d'onda stesso.